Barbara Treccani

In breve

Le persone si trovano costantemente nella condizione di dover scegliere l'azione più appropriata in un determinato contesto.

Il fatto che gli stimoli a cui dobbiamo rispondere e le possibili risposte abbiano proprietà in comune (compatibilità stimolo-risposta, S-R) può ingannarci e portarci a selezionare risposte che non intendevamo emettere. Perché accade questo e come possiamo evitare di eseguire azioni inappropriate? Quali aspetti della situazione stimolo possono innescare risposte indesiderate? Inoltre, cosa succede quando le persone eseguono contemporaneamente più di un compito? In che modo i processi automatici e controllati coinvolti in questi compiti interagiscono tra loro? Ci sono persone che sono più brave di altre nell'inibire le risposte irrilevanti? Esiste un modo per migliorare la nostra capacità di farlo?

I processi coinvolti nella selezione della risposta sono argomenti rilevanti di per sé, e la loro comprensione è critica al fine di migliorarne l'efficienza sia in condizioni tipiche, fisiologiche, sia quando questi processi sono difettosi. Tale miglioramento è possibile grazie a programmi di riabilitazione e training, o semplicemente progettando dispositivi di risposta efficaci: la comprensione di questi processi può fornire importanti contributi nel campo dell'ergonomia ed essere d’aiuto nella progettazione di strumenti, utensili e sistemi che tengano conto del modo in cui le persone interagiscono con essi. 

Tuttavia, gli errori che le persone compiono quando si seleziona una risposta permettono anche di indagare altri fenomeni. Nel mio lavoro di ricerca, utilizzo la compatibilità S-R, così come altre procedure in grado di facilitare o ostacolare la selezione della risposta, per indagare diversi aspetti della cognizione.

Linee di ricerca

Consapevolezza dello stimolo, processi attentivi e codifica spaziale

Gli errori di selezione della risposta segnalano che l'elaborazione di alcuni aspetti degli stimoli è obbligatoria e che le persone non possono ignorarli: sebbene tali aspetti siano irrilevanti e non si voglia prestare loro attenzione, essi vengono comunque elaborati e attivano azioni indesiderate.

Gli errori di selezione mostrano anche che possiamo essere completamente inconsapevoli delle informazioni che guidano i nostri comportamenti e possono essere utilizzati per indagare fino a che punto possiamo elaborare determinati stimoli senza divenirne consapevoli. Ad esempio, utilizzando compiti di compatibilità S-R, è stato dimostrato che le persone possono codificare spazialmente uno stimolo visivo (ne rappresentano, cioè, la posizione) di cui non sono affatto consapevoli.

Questo codice spaziale inconscio si forma indipendentemente dal fatto che l'attenzione venga spostata sullo stimolo, e può influenzare la velocità e l'accuratezza delle risposte ad altri stimoli. La codifica spaziale degli stimoli visivi potrebbe essere necessaria per la percezione cosciente, ma non è certamente sufficiente.

Cognizione numerica e rappresentazione delle grandezze

Gli errori fatti quando selezioniamo una risposta a uno stimolo possono anche far luce sul modo in cui rappresentiamo questo stimolo. Effetti di compatibilità S-R svengono osservati anche quando gli stimoli e le risposte in un dato compito non sono percettivamente simili e sembrano non avere caratteristiche in comune (ad es. gli stimoli sono cifre e le risposte sono la pressione di due tasti, posti l’uno a sinistra e l’altro a destra).

In questi casi, gli effetti di compatibilità S-R sono una conseguenza della somiglianza tra il modo in cui sono rappresentati gli stimoli e le risposte.

Utilizzando compiti di compatibilità S-R con risposte spaziali, è stato dimostrato che esiste una relazione speciale tra le grandezze (dimensione, distanza, numerosità, altezza, peso, ecc.) e lo spazio: tendiamo a rappresentare cose “piccole” (ad es. il numero 1, una formica) come "a sinistra", mentre le cose “grandi “(ad es. il numero 100, un elefante) tendono ad essere rappresentate come "a destra". Secondo alcuni autori, le rappresentazioni delle grandezze sono intrinsecamente spaziali (la codifica spaziale della grandezza dello stimolo è necessaria e non si può evitare). Al contrario, secondo altri, il legame tra grandezza e spazio è di natura strategica.

Processi automatici e controllati di inibizione della risposta e loro modulazione sequenziale

Una delle questioni più rilevanti e controverse relative alla selezione della risposta è il modo in cui le persone inibiscono le risposte non richieste. Recenti studi hanno rivelato che le informazioni irrilevanti possono, non solo attivare risposte inappropriate, indesiderate, che devono quindi essere (volontariamente) inibite, ma anche portare all'inibizione automatica della risposta appropriata.

L'interazione tra processi inibitori automatici e controllati nella selezione della risposta viene indagata principalmente attraverso metodi comportamentali, elettrofisiologici e di neuroimmagine. Grazie a queste tecniche è anche possibile esaminare l'influenza dei processi coinvolti in una data circostanza (es. una certa prova del compito) sui processi che sono coinvolti successivamente, quando è necessario selezionare un'altra risposta.

Differenze individuali nel controllo cognitivo: il caso del bilinguismo e dei suoi presunti effetti cognitivi non linguistici

L’ampiezza degli effetti di interferenza osservati in compiti di compatibilità S-R è considerata un indice della capacità di inibire le risposte indesiderate: più una persona è in grado di inibire la risposta non richiesta, meno questa risposta interferisce con la selezione della risposta voluta.

Una questione rilevante, a questo proposito, è se ci siano attività che possono migliorare la nostra capacità di inibire le risposte inappropriate e, quindi, se ci siano persone che, a causa della intensa pratica nell’esercizio di queste attività, sono migliori di altri nel controllo inibitorio — persone che mostrano dunque affetti di interferenza minori nei compiti di compatibilità S-R.

Negli ultimi anni, ha destato grande interesse l'idea che le persone parlanti due o più lingue abbiano una certa superiorità nei processi di controllo inibitorio. I sostenitori del vantaggio bilingue ritengono che la pratica dei bilingui nell'inibire una lingua quando parlano l'altra, e nel passare da una lingua all'altra, migliorino, in generale, i processi di controllo. Tali processi diverrebbero, cioè, più efficienti anche in ambiti diversi rispetto a quello linguistico.

I risultati di numerosi studi supportano questo punto di vista, ma ci sono anche studi che suggeriscono l’esistenza di un bias di pubblicazione a favore dei risultati che mostrano migliori capacità di controllo inibitorio nei bilingui: gli studi che non mostrano differenze tra bilingui e monolingui, o che addirittura mostrano migliori capacità dei monolingui, avrebbero meno chances di essere pubblicati. Tale bias distorcerebbe in maniera sostanziale la letteratura in questo campo.

Trasferimento tra compiti di regole di accoppiamento stimolo-risposta

La maggior parte degli studi sulla selezione della risposta si è concentrata sull’analisi dei fattori che influenzano la prestazione in compiti singoli. Tuttavia, i compiti non vengono quasi mai eseguiti in isolamento. Gli studi più recenti si focalizzano dunque anche sul modo in cui la selezione della risposta in un compito è influenzata dai compiti che sono stati svolti prima, da quelli che dovranno essere svolti successivamente, o che si stanno svolgendo contemporaneamente.

Nel caso di due compiti svolti in sequenza o in concomitanza (rispettivamente, nei paradigmi di transfer-of-learning e task-switching), di particolare interesse è la possibilità che i mapping stimolo-risposta contenuti nelle istruzioni di uno dei compiti possano trasferirsi e influire sulla prestazione del compito accoppiato.

Co-rappresentazione del compito e divisione del lavoro nella condivisione di attività con altri

La selezione della risposta può anche essere influenzata da ciò che altri individui stanno facendo. Molto spesso, dobbiamo compiere azioni insieme ad altre persone - ad esempio quando giochiamo o siamo impegnati in attività sportive, danziamo o semplicemente lavoriamo insieme ad altri per raggiungere un certo obiettivo.

La rappresentazione del compito del co-attore può influenzare la selezione delle nostre risposte. Analizzando l'effetto della condivisione del compito con altri sulle prestazioni individuali, possiamo capire come le persone coordinino le loro azioni e stabiliscano una corretta divisione del lavoro al fine di poter lavorare efficacemente con altre persone.

Ciò ci permette di verificare anche  l’esistenza di  fattori percettivi, emotivi o sociali in grado di modulare tale effetto: la co-rappresentazione del compito e la divisione del lavoro sono influenzate da come il co-attore appare (es. dal fatto che sia o meno percepito come membro del proprio gruppo)? da come la situazione di condivisione del compito è organizzata (es, dalle posizioni relative di attore e co-attore)? dalle istruzioni date ai partecipanti (es. dal fatto che le istruzioni enfatizzino la collaborazione o, al contrario, la competizione)? dal livello di conoscenza reciproca tra attore e co-attore? dalle capacità empatiche delle persone coinvolte?

Collaborazioni interne

Roberto Cubelli, professore ordinario
Remo Job, professore ordinario
Luca Ronconi, assegnista di ricerca

Collaborazioni esterne

Sergio Della Sala, Università di Edimburgo, UK
Roberta Sellaro, Università di Leiden, NL
Marco Zorzi, Università di Padova, Italy
Giorgia Cona, Università di Padova, Italy

Pubblicazioni selezionate

  • Treccani B, Cona G, Milanese N, Umiltà C. (2017). Sequential modulation of (bottom-up) response activation and inhibition in a response conflict task: a single-pulse transcranial magnetic stimulation study. PSYCHOLOGICAL RESEARCH, Advanced Online Publication, ISSN: 0340-0727, doi: 10.1007/S00426-017-0863-9
  • Treccani B, Ronconi , Umiltà C. (2017). Role of stimulus and response feature overlap in between-task logical recoding. PSYCHOLOGICAL RESEARCH, vol. 81, P. 157-167, ISSN: 0340-0727, doi: 10.1007/S00426-015-0728-Z
  • Cona G*, Treccani B.*, Umiltà C. (2016) (*Cona G. and Treccani B. are shared first authors on this work) Is cognitive control automatic? New insights from transcranial magnetic stimulation. PSYCHONOMIC BULLETIN & REVIEW, vol. 23, p. 1624-1630, ISSN: 1069-9384,  doi: 10.3758/s13423-016-1023-8
  • De Bruin A, Treccani B, Della Sala S (2015). Cognitive advantage in bilingualism: An example of publication bias?. PSYCHOLOGICAL SCIENCE, vol. 26, p. 99-107, ISSN: 0956-7976,  doi: 10.1177/0956797614557866. 
  • Treccani B., Mulatti C (2015). No matter who, no matter how… and no matter whether the white matter matters. Why theories of bilingual advantage in executive functioning are so difficult to falsify. CORTEX, vol. 73, p. 349-351, ISSN:0010-9452, doi:10.1016/j.cortex.2015.07.015. pp.349-351. 
  • Sellaro R*, Treccani B*, Remo J, Cubelli R (*Sellaro R. and Treccani B. are shared first authors on this work) (2015). Spatial coding of object typical size: Evidence for a SNARC-like effect. PSYCHOLOGICAL RESEARCH, vol. 79, p. 950-962, ISSN: 0340-0727,  doi: 10.1007/s00426-014-0636-7
  • Sellaro R, Treccani B, Rubichi S, Cubelli R (2013). When co-action eliminates the Simon effect: disentangling the impact of co-actor's presence and task sharing on joint-task performance. FRONTIERS IN PSYCHOLOGY, vol. 4, 844, ISSN: 1664-1078,  doi: 10.3389/fpsyg.2013.00844
  • Treccani B, Cubelli R, Sellaro R, Umiltà C, Della Sala S (2012). Dissociation between awareness and spatial coding: evidence from unilateral neglect. JOURNAL OF COGNITIVE NEUROSCIENCE, vol. 24, p. 854-867, ISSN: 0898-929X
  • Treccani B, Milanese N, Umiltà C (2010). Influence on Simon and SNARC effects of a nonspatial stimulus response mapping: between-task logical recoding. JOURNAL OF EXPERIMENTAL PSYCHOLOGY-HUMAN PERCEPTION AND PERFORMANCE, vol. 36, p. 1239-1254, ISSN: 0096-1523
  • Treccani B, Argyri E, Sorace A, Della Sala S (2009). Spatial negative priming in bilingualism. PSYCHONOMIC BULLETIN & REVIEW, vol. 16, p. 320-327, ISSN: 1069-9384, doi: 10.3758/X

Fondi

Le attività di ricerca qui descritte sono state finanziate con fondi del: Ministero dell’istruzione dell’Università e della Ricerca, Fondazione Compagnia di San Paolo, European Research Council, Provincia Autonoma di Trento.